L’essere presente è condizione sine qua non della fotografia, una condizione esistente nella definizione di quest’arte prima ancora della capacità dell’uomo di imprimere immagini istantanee.

L’equivoco è stato considerare la fotografia al di fuori della soggettività del fotografo, e il risultato fotografico come fedele e inattaccabile replica del reale.

Da queste considerazioni e da una riflessione sugli elementi fondanti del linguaggio fotografico nasce la ricerca dell’artista, che da diversi anni affronta la dualità del mezzo fotografico nell’astrazione della luce e dell’ombra, entrambi presenti nel momento dell’assenza della loro controparte: senza luce non c’è ombra, e dove c’è ombra non vediamo la luce.

Luce ed ombra sono cristallizzati in un istante presente perpetuo e le tre dimensioni del reale diventano due per effetto dell’inquadratura, il confine che definisce ogni immagine fotografica.